La polemica sulla DiggBar: il video di Matt Cutts
Sicuramente conoscete la recente DiggBar.
La sua adozione aveva scatenato alcune comprensibili rimostranze da parte di Danny Sullivan, che in un recente articolo sui servizi di shortening aveva ‘bollato’ la nuovissima barra di Digg come qualcosa di pessimo. Il nuovo ‘gadget‘ viene usato spesso anche come metodo per postare url brevi su Twitter, unendo al servizio di shortening che la DiggBar naturalmente offre la ‘comodità’ tutta markettara di poter sperare in maggior possibilità di essere diggati dai visitatori, che si trovano la barra di voto di quel social proprio a portata di mano.
Alcune delle argomentazioni di fondo di Sullivan sembrano convincenti.
…it does a 200 code. That means the page is actually on Digg itself – they’re making a page with the DiggBar and pulling in your content without permission into a frame. That’s not illegal, but it’s a tactic that died off years ago. It also means that if you use the Digg short URLs, none of the link credit passes to your page.
Perchè…
… restituisce codice 200. Che significa che la pagina è effettivamente su Digg stesso, stanno facendo una pagina con la DiggBar e stanno mettendo senza avervelo chiesto il vostro contenuto in un frame. Non è illegale, ma è una strategia che si usava ed è morta anni fa. Significa anche che se state usando gli Url brevi di Digg, non verrà passata nessuna autorità alla vostra pagina.
Naturalmente Sullivan è stato prontamente smentito sul blog di Digg stesso.
We took several steps to ensure that search engines continue to count the original source, versus registering the DiggBar as new content. We include only links to the source URLs on Digg pages to allow spiders to see the unmodified links to source sites. These links are overwritten to short URLs in JavaScript for users who have this preference.
🙂
Dietro questa frase – che vi lascio in originale proprio per invitarvi all’interpretazione – c’è la risposta ambigua, anche se totalmente in buona fede, dello staff del social.
Come dire: “va bene fare i gadget, tanto più se virali. Ma anche noi vogliamo indicizzare le nostre pagine…”.
Sull’utilità e sui requisiti ‘migliori’ per un social di notizie si può discutere parecchio, e lo si farà certamente in questo e in molti altri blog.
Nel frattempo però nella ‘querelle sulla DiggBar‘ compare anche Matt Cutts, con uno dei suoi video ‘per webmaster’, di quelli che lo vedono spesso protagonista, negli ultimi tempi.
La DiggBar non genera contenuti duplicati, conferma Cutts.
Mi sembra un buon punto fermo, se non altro, e un’indicazione difficile da fraintendere.
Sulle strategie di uso del social bookmarking si discuterà ancora, però. La possibilità di cadere nello spam, o peggio di ‘usurare’ i propri contenuti, è sempre in agguato.
Siate sempre ritmici e fantasiosi, onesti, creativi e asincronici.
Non esagerate con il bookmarking, dategli sempre un ‘significato’ originale.
O altrimenti fatene direttamente a meno.
🙂
Post Scriptum
Qui lascio il link – con nofollow 😛 – alla DiggBar di questo stesso post.
Per quelli che magari non hanno ancora visto la DiggBar, perchè magari non usano Digg.
O per quelli che non usano Digg da tanto tempo e hanno voglia di loggarsi nel loro vecchio account, e cogliere l’occasione per aggiungere un bel voto fresco alla loro collezione.
O meglio ancora per tutti quelli che Digg lo usano ancora, e spesso.
Che possono cogliere l’occasione, invece, per aggiungermi al loro ‘network’ di contatti su Digg.
E quale miglior presentazione, da parte vostra, se non un bel digg favorevole alle mie notiziole?
🙂